Shopping compulsivo

L'impulsività, cioè la tendenza a comportamenti improvvisi, bruschi, inattesi e irrazionali percepiti come bisogni imperiosi, e la compulsione, cioè la tendenza a mettere in atto comportamenti ritenuti inutili e inadeguati ma che, se non eseguiti, provocano angoscia, sono segni tipici dello Shopping compulsivo. Per Shopping compulsivo si intende il bisogno compulsivo di comprare oggetti, anche di poco valore o inutili, pur di scaricare una tensione impossibile da sopportare.

Comprare dà un senso di “riempimento” che dura molto poco, perciò ritorna quasi subito il senso di vuoto, accompagnato da sensi di colpa e perdita della propria capacità di controllo.

Da diversi studi emerge che la persona in questione è spesso depressa, ansiosa, con scarsa autostima, senso di colpa, incapacità a reggere la frustrazione. L’adolescente, in particolare, trova nell’acquisto una gratificazione personale ed un sollievo immediato, oltre a migliorare la percezione di sé e del mondo; è, perciò, un rimedio alla noia e alla tristezza ed è utilissimo nell’acquisizione di uno status sociale di supporto ad un’identità personale ancora incerta e conflittuale.

Segnali caratteriali che possono identificare colui che soffre di “shopping compulsivo” (tipico delle femmine) e “dipendenza da acquisti” (tipico dei maschi) sono l’impulsività e la compulsione. Il denaro, la paghetta, che potrebbe essere un strumento positivo per promuovere l’indipendenza, rischia di divenire così qualcosa di negativo; in questo senso è importante comprendere il tipo di rapporto che l’adolescente instaura con il denaro.. Importante da sottolineare è la differenza tra lo shopping funzionale al benessere, che non produce danni economici, e lo shopping compulsivo, vissuto come rimedio magico al proprio malessere, che ne produce di ulteriori, come, ad esempio, il danno economico.


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